La partita inaugurale finisce in parità: a inizio ripresa i padroni di casa in vantaggio dei padroni di casa con Tshabalala, pareggio di Marquez. Nel primo tempo annullato un gol di Vela per fuorigioco. Alle 20.30 in campo le altre due del gruppo A: Uruguay-FranciaJOHANNESBURG, 11 giugno - «Siamo pronti per la guerra». L'aveva presentata così il Presidente sudafricano Jacob Zuma la partita d'esordio del Mondiale 2010, fra la rappresentativa della nazione arcobaleno ed i 'tricolores' del Messico. Invece è stata una doccia fredda, un 1-1 che, se non ha fatto tacere le 'vuvuzelas' suonate oltre ogni decibel anche dopo il 90' , ha smorzato un pò di quell'entusiasmo di tutti coloro che qui continuano a parlare e soprattutto scrivere di Sudafrica candidato al titolo di campione del mondo.
FINISCE IN PARTIÀ - È finita con un pareggio, ma la grande festa popolare del pre-partita, con decine di migliaia di persone, in pratica tutta Soweto, "schierate" lungo la strada che porta allo stadio a cantare, ballare e sventolare bandiere, e poi della cerimonia di apertura con 1.581 artisti impegnati a dare il benvenuto dell'Africa al mondo, avrebbe potuto continuare. Peccato che il nuovo idolo della nazione, quel Kathlego Mphela in nome del quale Parreira ha fatto fuori il "ciccione" Benny McCarthy, non abbia sfruttato l'occasione portagli da una distratta difesa messicana, che all'89' gli ha permesso di filare via verso la porta. Ma il tiro del n.9 è finito sul palo, ricacciando in gola l'urlo di gioia ad 85 mila persone che non aspettavano altro, per far riprendere il clima di esaltazione generale, anche se la vittoria della squadra di casa non sarebbe stata il risultato più giusto. L'atmosfera del primo Mondiale africano è finora molto suggestiva, ma la realtà tecnico-calcistica è un'altra cosa.
RISULTATI UTILI - Il Sudafrica porta a 13 risultati utili la sua "striscia" ma farà bene a volare basso, e dovrà sudare molto, a meno di aiuti dall'alto, se vorrà passare il turno in un girone che comprende anche Francia ed Uruguay, due nazionali titolate. Altro che triangolo magico Pienaar-Modise-Mphela, uguale al Ronaldinho-Rivaldo-Ronaldo del Brasile campione del mondo nel 2002 in Giappone. Qui farebbero bene a lasciar perdere certi arditi paragoni e a tornare con i piedi per terra, altrimenti il tonfo potrebbe risultare fragoroso. Chissà cosa dirà adesso mister Banks il motivatore, ma i Bafana Bafana dovranno riprendersi in fretta da questa mezza delusione. Sopraffatta dall'emozione, e condizionata da una certa modestia tecnica, la squadra di casa nel primo tempo non ha mai tirato in porta e ha lasciato campo al Messico, disposto con il 4-3-3 ma con Marquez vertice arretrato del rombo e sempre davanti alla difesa.
VANTAGGIO BAFANA BAFANA - Gli ospiti, trascinati da un Giovani dos Santos ispirato, hanno provato a rendersi pericolosi con una punizione di Marquez (alta) ed un bel diagonale di Vela (fuori), hanno anche segnato un gol con Vela, ma l'azione era viziata da un fuorigioco. Il Sudafrica, fino a quel momento segnalatosi soprattutto per dei cross di pessima fattura, si è svegliato nel minuto finale, prima fallendo un gol con Mphela che non è riuscito a colpire di testa a porta vuota e poi con Dikgacoi che ha mandato alto su azione da corner. Ad accendere la partita ha pensato il gol al 10' della ripresa di Tshabalala, splendidamente lanciato in contropiede da Pienaar e bravo a concludere con il sinistro. Lo stadio è letteralmente impazzito con un frastuono che solo dal vivo è possibile comprendere fin dove possa arrivare.
PAREGGIO MESSICO - Il Messico ha prima sfiorato subito il pari (bella parata di Khune su conclusione di Giovani), poi ha sentito improvvisamente il peso del fatto di essere in svantaggio, lasciando spazio agli avversari. Gli innesti di Blanco e del 'Chicaritò Hernandez hanno migliorato il gioco della squadra del ct Aguirre, ma per il pareggio 'el Tricolor' deve ringraziare soprattutto il capitano sudafricano Mokoena, l'uomo delle 100 partite e che l'11 luglio è sicuro di alzare la Coppa. Si è dimenticato di 'salirè assieme ai compagni permettendo a Marquez di battere indisturbato a rete sul cross dalla sinistra di Giovani. Così la festa del Sudafrica è stata rovinata (anche dal palo finale di Mphela) e per ricominciare a fare certi sogni bisognerà aspettare. Intanto ha vinto soltanto la passione di un popolo impazzito per il dio pallone e sempre pronto a sorridere e cantare.
