Melo: «Il Brasile è allegro non è come la Juventus»

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view post Posted on 12/6/2010, 13:32

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JOHANNESBURG, 12 giugno - Quando Felipe Melo viene punto nel vivo, cioè l'ultima deludente stagione con la Juve, alza la voce e fa sapere a tutti i giornalisti del mondo che ciò che è avvenuto lo scorso anno a Torino la colpa è sua ma in minima parte: «La Juve collettivamente non funzionava». a pochi giorni dal debutto nel mondiale, le vicende dei campionati nazionali finiscono per tenere banco anche perchè il primo avversario della Selecao è allo stesso tempo misterioso e inconsistente tanto è vero che quasi tutti si chiedono se questa mancanza di notizie sulla Corea del Nord non finisca per trasformare questa partita in un incontro estremamente pericoloso.

Felipe Melo sarà titolare e con Gilberto Silva sarà la spina dorsale del centrocampo brasiliano, cosa che induce molti a ricordare la nazionale che nel '94 vinse negli Stati Uniti superando in finale l'Italia e che ruotava intorno alla coppia Dunga-Mauro Silva. Ma lo juventino si accalora soltanto quando gli chiedono di fare un confronto tra l'ultima stagione con la Juve e quella precedente con la Fiorentina e se le delusioni di quest'anno non possono minare la sua fiducia: «I due campionati non sono assolutamente confrontabili. Nella Fiorentina c'era un gruppo che funzionava, nella Juve le cose non andavano collettivamente. Quest'anno le cose non sono andate bene, ma io nella stagione precedente sono stato definito il miglior giocatore del campionato italiano. Per quanto mi riguarda mi prendo la mia parte di colpe ma di quello che è accaduto alla Juve è responsabile l'intero gruppo. Ora cercheremo di riscattarci, il prossimo anno daremo tutto ma anche squadre grandissime come il Real Madrid non hanno vinto niente. Il prossimo anno ce la metteremo tutta per fare come lnter».

Ma nega il centrocampista conseguenze sul suo morale e sul suo Mondiale: «L'ambiente qui è completamente diverso diverso alla Juve: nella Selecao siamo tutti amici, c'è tanta allegria». Poi quando gli chiedono se c'è più qualità nel Brasile o nell'Italia, risponde diplomaticamente: «Quando arriva al Mondiale la nazionale azzurra è sempre molto forte, è sempre favorita».
 
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