È il giorno dell'Italia Lippi punta sul gruppo

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view post Posted on 14/6/2010, 09:10

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Scopriamo gli Azzurri: da Berlino 2006 ad oggi molto è cambiato. Una squadra indecifrabile e dalle mille incognite. Con una certezza: il gruppo. Difficile assemblaggio tra vecchi e giovani, in assenza di grandi talenti. Si parte col 4-2-3-1 e Montolivo in regia

CITTÀ DEL CAPO, 14 giugno - Ci vorrebbe una bussola. Per capire come e dove possiamo arrivare. Non è mai successo che l'Italia si sia presentata al debutto mondiale con una squadra così indecifrabile. Siamo i campioni, ma di quella notte a Berlino è rimasto ormai molto poco.

Qualcuno ancora in gamba, altri sfioriti, poi i giovani da mettere alla prova e comunque non dotati di straordinario talento. Lippi cerca una magica fusione tra i suoi affezionati vecchietti e i nuovi arrivati, ma siamo ormai all'esordio e nessuno può dire quale sarà il risultato finale. Anche le scelte del ct sono state sinora sofferte, a volte contraddittorie. Non si è ancora intravista una squadra vera, compatta, con una sua identità definita. Abbiamo assistito a tentativi, a squarci di gioco (pochi) e a qualche brutta figura. La nazionale con cui Lippi si è qualificato più o meno agevolmente è stata messa in discussione, con ritocchi e modifiche sostanziali. Lippi garantisce sul suo gruppo e c'è da credergli, se non altro per quanto è riuscito a fare quattro anni fa.

Proprio il gruppo dovrebbe essere la risorsa segreta, la forza collettiva di questa Italia. Perchè noi non abbiamo né Messi e né Rooney, né Iniesta e né Ronaldo. Anzi non abbiamo più nemmeno Del Piero e Totti, non avremo per un bel po' Pirlo. Questo vuol dire che l'Italia andrà avanti e magari lontano solo se riuscirà a esprimere una grande interpretazione collettiva in ogni partita. Non abbiamo gente che risolva, nemmeno che inventi e ribalti la gara. Abbiamo un gruppo di bravi ragazzi, pronti a buttarsi nel fuoco per il ct. E' un gruppo però nel quale non sarà facile fondere le energie e le caratteristiche individuali. Ci sono vecchi campioni come Cannavaro, Zambrotta, Gattuso e Camoranesi che chiuderanno qui la loro lunga e gloriosa carriera azzurra. La chiuderà anche Lippi, allettato addirittura dal calcio ricco ma primordiale di Dubai. E poi ci sono giovani teneri, non solo al loro primo mondiale, ma che non hanno messo il naso fuori di casa, come Maggio, Criscito, Pepe, Marchisio e Pazzini. Si può capire, dunque, quanto sia difficile questa sintesi che Lippi sta inseguendo e il debutto di stasera con il Paraguay dovrebbe sciogliere almeno in parte l'enigma.

Che nazionale è questa? Affidabile come dice Lippi, o ibrida, una nazionale che non decollerà e che rispecchia il momento non felicissimo del calcio italiano? L'assenza di Pirlo, il ritardo di Camoranesi, hanno ridotto ancora di più il tasso tecnico. In compenso, Lippi ha scoperto in questi giorni Montolivo, che nelle rare apparizioni azzurre non aveva mai incantato. Invece è tra i più pronti e ispirati, cercherà di non fa rimpiangere Pirlo. Dopo vari esperimenti Lippi partirà con un 4-2-3-1, che prevede Montolivo e De Rossi davanti alla difesa, il romanista più arretrato e Montolivo più presente nella costruzione. Il centrocampo dovrebbe essere completato da Marchisio, nel ruolo di trequartista alla Perrotta, e poi da Pepe, uno che attacca sull'out ma rientra molto, come il tornante vecchi tempi.

 
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